Una fine lieve e dignitosa

“Le cure palliative sono un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle famiglie che si confrontano con i problemi associati a malattie inguaribili”: così l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito tutti gli interventi terapeutici legati al fine vita.

L’obiettivo di questo protocollo è non prolungare né abbreviare l’esistenza del malato, provvedendo al sollievo del dolore, anche negli aspetti psicologici e spirituali e aiutare la famiglia a convivere con la malattia e successivamente con il lutto.

Le cure palliative sono destinate alle persone con un’aspettativa di meno di sei mesi di vita a causa di tumori, gravi malattie neurologiche, insufficienza cardiaca e respiratoria, demenze e altre malattie in fase avanzata. Il diritto all’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore è sancito dalla legge 38/2010, che introduce delle linee per la terapia del dolore e conferma il diritto all’assistenza, nel rispetto della dignità e dell’autonomia della persona malata.

Nella terapia del dolore (non sempre associata al fine vita) la morfina è uno degli analgesici oppioidi più utilizzati, assieme a Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei), antidepressivi e ansiolitici, anticonvulsivanti e anestetici locali. Studiato negli ultimi anni è anche l’effetto della cannabis terapeutica.

In caso di pazienti con sofferenze intollerabili è praticata la sedazione terminale, una riduzione proporzionata e irreversibile del livello di coscienza attuata spesso in un paziente in agonia. Le cure palliative a domicilio sono erogate dall’unità di cure palliative coordinate dalla Regione e integrate da interventi sociali del Comune, che garantiscono prestazioni di tipo medico, accertamenti diagnostici, fornitura di farmaci, dispositivi medici e preparati per nutrizione artificiale, aiuto infermieristico. L’erogazione delle cure palliative residenziali avviene invece negli Hospice.

La stanza degli addii

Al San Martino di Genova è nata la stanza degli addii. È il luogo dove i malati terminali di Covid negativizzati possono abbracciare per l’ultima volta i propri cari.

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