Vaccinazioni: un potente scudo anche per adulti e anziani

A partire dai 65 anni, anche per chi è sano, il Ministero della Salute raccomanda il vaccino anti-influenzale, quello pneumococcico e quello contro l’herpes zoster. Mentre (al momento di andare in stampa) a partire dai 50 anni di età è obbligatorio il vaccino contro SARS-CoV-2 (Covid-19).

  • Vaccino anti-influenzale. Ogni anno (dati pre-Covid-19), l’influenza colpisce in Italia circa 3,5 milioni di persone con circa 8.000 decessi, dovuti soprattutto a complicanze per polmoniti batteriche, disidratazione, peggioramento di malattie preesistenti (diabete, immunitarie, cardiovascolari, respiratorie croniche). In Italia è disponibile il vaccino quadrivalente che contiene 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B, in un’unica dose. Si effettua ogni anno da metà ottobre a fine dicembre.
  • Vaccino anti-pneumococco. Protegge dallo Streptococcus pneumoniae, un batterio che causa circa il 50% delle cosiddette polmoniti acquisite in comunità, le più frequenti tra gli adulti, ma anche meningiti. Si effettuano due dosi a distanza di almeno due mesi una dall’altra, una sola volta nella vita.
  • Vaccino anti-herpes zoster. L’herpes zoster, detto anche fuoco di Sant’Antonio, è una malattia virale della cute e delle terminazioni nervose, causata dal virus della varicella infantile (varicella-zoster virus). Il vaccino (una dose, una sola volta) riduce di circa il 65% i casi di nevralgia post-erpetica, complicanza molto frequente e debilitante, e circa il 50% di tutti i casi clinici di zoster (dati dell’Istituto Superiore di Sanità).
  • Vaccino anti-SARS-CoV-2. Obbligatorio a partire dai 50 anni d’età, il vaccino si è dimostrato molto protettivo nei confronti delle forme gravi di Covid-19 che comportano, soprattutto negli anziani, maggiore rischio di ricovero ospedaliero, terapia intensiva, decesso. Per esempio, nella fascia d’età dagli 80 anni in su, l’Istituto Superiore di Sanità osserva che il tasso di ricoveri in terapia intensiva nei non vaccinati è circa 45 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

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