Quando i denti cadono, protesi o impianto

I denti, soprattutto durante la terza età, possono cadere per diverse cause come il numero di carie precedenti e la malattia parodontale. Persino le terapie odontoiatriche seguite in passato possono accelerare questo fenomeno che si chiama edentulismo e che equivale alla parziale o, in alcuni casi, totale caduta dei denti. Secondo l’ultimo rapporto Istat sulla salute orale nell’età adulta, in Italia oltre due anziani su dieci, nella fascia tra i 65 e i 69 anni, hanno perso ormai tutti i denti. Oltre ai principali fattori di rischio per questa patologia ci sono anche altri elementi rilevanti che possono contribuire negativamente al decorso dell’edentulismo, come, per esempio, la presenza di cattive condizioni di salute e abitudini nocive quali il tabagismo cronico. Le soluzioni per la perdita dei denti, in ogni caso, non mancano. Il trattamento più efficiente per affrontare questo disturbo prevede, in base al numero di denti mancanti, il ricorso a protesi mobili o fisse in grado di ripristinare la meccanica della masticazione. In entrambi i casi la protesi viene ricavata su misura in base all’impronta della dentatura presa al paziente. L’igiene della cosiddetta dentiera è importante perché non garantisce solo una buona salute generale della bocca ma anche una certa cura del lato estetico. Per mantenere la protesi sempre in condizioni ideali bisognerebbe spazzolarla spesso dall’alto verso il basso con uno strumento dedicato o con l’idropulsore. Un’altra terapia utilizzata per risolvere l’edentulismo è il posizionamento degli impianti dentari. Sono strutture simili a radici artificiali in materiale biocompatibile e vengono collocate nell’osso mascellare o mandibolare dove si adattano seguendo un processo chiamato osteointegrazione. Rispetto alla protesi, l’impianto è un tipo di intervento che non sempre è possibile attuare e deve essere valutato e approfondito dallo specialista.

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