Anziani sedentari: perché e come cominciare a muoversi

Entro il 2050 oltre un quarto della popolazione europea avrà più di 65 anni; gli anziani, che nel mondo erano 727 milioni nel 2020, raddoppieranno, raggiungendo la stellare cifra di oltre 1,5 miliardi. Molti di loro, in particolare le donne, avranno davanti a sé un’aspettativa di vita di 19 anni. L’Italia, in Europa, è uno dei Paesi dai risultati migliori: un trionfo, ma anche una sfida. Diventa così particolarmente importante la qualità di vita di quegli anni, la possibilità di viverli in maniera autonoma e serena. Tutti gli studi internazionali dimostrano che la ginnastica dopo i 60/70 anni è importante, e non solo per la mobilità: un’attività fisica moderata ma costante contrasta la disabilità, favorisce la salute del cervello, protegge dalle cadute con gravi lesioni o conseguenze, migliora tutte le attività della vita quotidiana e, di conseguenza, preserva l’autonomia. In più, secondo l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, l’attività fisica riduce il sovrappeso, migliora il tono muscolare, la sensazione di benessere, riduce i disturbi dell’umore e previene anche molte malattie comuni nella terza età come osteoporosi, diabete, patologie coronariche e abbassa il rischio di tumore della mammella, del colon e dell’utero. Per ottenere questi risultati, però, è importante la costanza:

  • Attività fisica almeno mezz’ora al giorno per 3/5 giorni alla settimana.
  • Camminare a passo spedito, fare giardinaggio, salire le scale invece di prendere l’ascensore.
  • Evitare l’auto per percorsi brevi.
  • Occuparsi dei lavori domestici.

“Ogni movimento conta” è lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. È altrettanto importante inserire queste attività nella vita di ogni giorno, anche per poche decine di minuti, variarle spesso e alternare l’attività fisica con adeguate pause di riposo.

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