ASL5 – FAQ, VAIOLO DELLE SCIMMIE PER CONOSCERE MEGLIO IL VIRUS

 Le domande e le risposte per conoscere il virus

 

  1. Che cos’è il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX) è una malattia causata dal virus del vaiolo delle scimmie (MPXV). Si tratta di una zoonosi, cioè una malattia che può diffondersi dagli animali all’uomo o tra le persone.

 

  1. Quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie può presentarsi in modo differente, raramente in forma asintomatica. La maggior parte delle persone manifestano sintomi lievi; alcune (soprattutto donne in gravidanza, bambini di età inferiore ai 12 anni, immunodepressi) possono sviluppare sintomi più gravi che necessitano l’ospedalizzazione.

I sintomi più comuni sono, insieme alle caratteristiche eruzioni cutanee, febbre, sonnolenza, dolori muscolari, mal di testa, ingrandimento dei linfonodi.

L’eruzione cutanea si sviluppa di solito da uno a tre giorni dopo l’inizio della febbre, ma può anche presentarsi prima dei sintomi generali. Interessa, soprattutto, le aree ano-genitali, il tronco, le braccia e le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi. A volte le lesioni possono essere scarse e/o limitate solo alle aree genitali o peri-anali. Le lesioni cutanee spesso si presentano come macule, che tendono ad evolversi in papule, vescicole, pustole, croste. Nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo.

I sintomi in genere durano da due a tre settimane e di solito scompaiono da soli o con cure di supporto, come farmaci per il dolore o la febbre.

 

  1. Quanto dura il periodo infettivo?

Il periodo infettivo inizia con la comparsa dei primi sintomi e perdura fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle.

 

  1. Come si diffonde il vaiolo delle scimmie da persona a persona?

La trasmissione può avvenire attraverso il contatto fisico stretto (faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle), compresa l’attività sessuale, con una persona infetta, con i suoi fluidi corporei o le sue lesioni cutanee. Non è ancora noto se il virus si trasmette anche attraverso i fluidi genitali.

Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi anche attraverso droplet respiratorie e probabilmente aerosol a corto raggio, ma anche oggetti contaminati quali vestiti, lenzuola, asciugamani, posate, dispositivi elettronici e superfici.

Può essere trasmesso da una donna in gravidanza al feto, dopo la nascita attraverso il contatto pelle a pelle, o da un genitore infetto a un neonato o bambino per contatto stretto.

Le persone che sono contatto stretto, compresi gli operatori sanitari, i membri della famiglia e i partner sessuali di un infetto, sono quindi a maggior rischio di infezione.

 

  1. Come si diffonde il vaiolo delle scimmie dagli animali agli esseri umani?

Il vaiolo delle scimmie può diffondersi alle persone che entrano in contatto fisico con un animale infetto: roditori e primati. Il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie dagli animali può essere ridotto, evitando il contatto non protetto con animali selvatici, in particolare se malati o morti. Nei paesi endemici in cui gli animali sono portatori del vaiolo delle scimmie, tutti gli alimenti contenenti carne o parti di animali devono essere cucinati accuratamente prima di essere ingeriti.

 

  1. Il vaiolo delle scimmie può diffondersi dall’uomo agli animali?

Sebbene non siano stati documentati casi di persone che abbiano trasmesso il vaiolo delle scimmie agli animali, esiste un rischio potenziale. I casi confermati o sospetti di MPX devono evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d’India, scoiattoli, conigli, ecc.). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere riferiti alle autorità sanitarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra).

 

  1. Chi è a rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie?

La maggior parte dei casi segnalati di vaiolo delle scimmie è stata rilevata nei maschi tra i 18 e i 50 anni e, per ora, principalmente – ma non esclusivamente – tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). Le persone più a rischio sono quelle che convivono o che hanno contatti stretti (compreso il contatto sessuale) con un caso di vaiolo delle scimmie, o che hanno contatti regolari con animali che potrebbero essere infetti.

Gli operatori sanitari che assistono pazienti con sospetto o accertato vaiolo delle scimmie devono seguire le misure di prevenzione e controllo delle infezioni (PCI) per proteggersi.

 

  1. Il vaccino per il vaiolo protegge da contrarre l’infezione da vaiolo delle scimmie?

Le persone vaccinate contro il vaiolo possono avere una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, è improbabile che i giovani siano stati vaccinati contro il vaiolo, perché tale vaccinazione in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981.

Le persone vaccinate contro il vaiolo devono, comunque, prendere precauzioni per proteggere sé stessi e gli altri dal virus.

 

  1. Cosa fare se si pensa di avere il vaiolo delle scimmie o in caso di comparsa di lesioni cutanee con o senza febbre e dolori muscolari, cefalea, ecc.?

Per prima cosa è bene isolarsi in casa anche rispetto ai conviventi, adottare le opportune misure igienico-sanitarie (vedi domanda n. 12) e attenersi rigorosamente alle seguenti indicazioni per evitare il diffondersi dell’infezione nella comunità.

Contattare telefonicamente il proprio medico curante che, dopo aver verificato i criteri di caso sospetto o probabile, a seconda della gravità dei sintomi, potrà decidere di inviare il paziente al Pronto Soccorso (sintomi gravi) o richiedere un test (tampone) a domicilio, inviando il modulo di notifica alla S.C. Igiene e Sanità Pubblica.

È fortemente sconsigliato presentarsi direttamente e autonomamente in Pronto Soccorso.

Nel caso il medico curante ravveda, per la gravità dei sintomi, la necessità di inviare il paziente in Pronto Soccorso, occorrerà chiamare il 112, sottolineando che si tratta di un caso sospetto di vaiolo delle scimmie.

Il sistema di emergenza territoriale porterà il paziente presso il Pronto Soccorso dove eseguirà una adeguata valutazione clinica e l’eventuale test diagnostico (tampone molecolare), se indicato.

L’accesso in PS potrà concludersi con il ricovero o con la dimissione a domicilio.

I casi confermati (test positivo), gestiti a domicilio, saranno monitorati telefonicamente dalla S.C. Igiene e Sanità Pubblica e dal medico curante fino alla fine dell’isolamento.

è opportuno prestare particolare attenzione ad evitare contatti con bambini minori di 12 anni, donne gravide, immunodepressi, categorie che presentano un rischio di malattia grave anche fatale.

 

  1. Cosa fare se si è stati a contatto stretto con un caso sospetto?

Si definisce contatto stretto, una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni con un caso probabile o confermato di vaiolo delle scimmie durante il periodo di infettività del caso indice:

• contatto fisico diretto pelle a pelle (come toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, contatti intimi o sessuali);

• contatto con materiali contaminati quali indumenti o biancheria da letto, compreso il contatto con materiale disperso da biancheria o superfici durante la manipolazione della biancheria da letto o durante la pulizia di ambienti contaminati;

• esposizione respiratoria diretta, faccia a faccia, ravvicinata;

• esposizione respiratoria (cioè possibile inalazione) o esposizione della mucosa oculare a materiale lesionale (ad esempio croste) di una persona infetta;

Rientrano tra i contatti stretti anche gli operatori sanitari potenzialmente esposti in assenza di un uso corretto di adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI).

Si raccomanda, per i contatti stretti:

• auto-monitoraggio della febbre (almeno due volte al giorno) o di altra sintomatologia riconducibile a MPX (mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, ecc.) o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione. In caso di manifestazione di uno di questi sintomi, auto-isolarsi immediatamente, informare tempestivamente il medico curante ed evitare i contatti stretti compresa l’attività sessuale fino ad esclusione di MPX;

• astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione o finché non si esclude l’MPX;

• praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani);

• evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione;

• evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione;

• evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma per 21 giorni dopo l’ultima esposizione.

I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato di salute possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola. La quarantena non è prevista.

Tuttavia, le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo o di applicare misure quarantenarie in specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base di precise valutazioni.

 

  1. Quali misure igienico-sanitarie devono adottare i casi confermati?

Le persone affette da vaiolo delle scimmie devono:

• rimanere in isolamento a casa in stanza dedicata e utilizzare un bagno privato;

• utilizzare oggetti domestici dedicati (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che non devono essere condivisi con altri membri della famiglia;

• evitare il contatto con donne gravide, bambini e persone immunocompromesse fino alla guarigione delle eruzioni cutanee;

• evitare contatti stretti o intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione delle eruzioni cutanee;

• provvedere ad un’accurata igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani);

• utilizzare una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;

• astenersi dall’attività sessuale fino alla caduta delle croste. I casi devono essere consapevoli che l’uso del preservativo da solo non può fornire una protezione completa contro l’infezione da MPXV, poiché per la sua trasmissione basta il contatto con le lesioni cutanee;

• lasciare la propria abitazione solo temporaneamente (per recarsi a visite mediche), sempre indossando una mascherina chirurgica e tenendo coperte le eruzioni cutanee (vestiti con maniche e pantaloni lunghi, bende);

• evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d’India, scoiattoli, conigli, ecc.). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra).

 

  1. Come gestire i rifiuti urbani dei malati da vaiolo delle scimmie?

Per la gestione dei rifiuti urbani (domestici) dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, indipendentemente dalla loro natura (vetro, metallo, rifiuti organici, plastica, carta, ecc.), con l’accortezza di confezionarli in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi (utilizzando, ad esempio, guanti monouso).

In presenza di oggetti taglienti, a punta o comunque in grado di provocare lacerazioni dell’involucro (oggetti o frammenti in vetro o metallo), si raccomanda di eseguirne il conferimento con particolare cura (es. avvolgendoli in carta) per evitare di produrre lacerazioni dei sacchi con conseguente rischio di fuoriuscita del loro contenuto.

È inoltre opportuno raccogliere tutti i rifiuti personali (come fazzoletti usati, bende/garze venute a contatto con i fluidi corporei o le lesioni cutanee) e i panni monouso utilizzati per la pulizia ed inserirli in una busta separata e chiusa, prima di essere introdotti nel sacco dei rifiuti indifferenziati. Infine, dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica. Tale scelta è indicata per limitare il più possibile errori nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti a salvaguardia della sicurezza in ambito domestico e della salute degli operatori ecologici addetti alla raccolta dei rifiuti.

 

Per ulteriori approfondimenti consultare il sito del Ministero della Salute al seguente link: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioFaqMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=291

 

 

 

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